Studio TRA•CER: Vorapaxar non si è dimostrato superiore alla terapia standard nei pazienti con sindrome coronarica acuta
Vorapaxar, l’antagonista PAR-1 ( recettori attivati da proteasi ) non è in grado di ridurre in modo significativo il rischio di malattia o di mortalità cardiovascolare quando aggiunto alla terapia standard, rispetto alla sola terapia standard, nei pazienti con sindrome coronarica acuta.
Lo studio TRA•CER ( Thrombin Receptor Antagonist for Clinical Event Reduction ) ha incluso 12.944 pazienti da 818 Centri di 37 Paesi.
Tutti i pazienti avevano ricevuto il trattamento standard [ Acido Acetilsalicilico ( Aspirina ) più Clopidogrel ( Plavix ), oltre a procedure per la malattia cardiovascolare, come ad esempio il cateterismo quando necessario ] più Vorapaxar ( 40 mg, seguito da 2.5 mg/die ) per una mediana di 502 giorni.
Durante questo periodo, 1031 pazienti del gruppo Voraxapar più 1102 pazienti trattati con placebo hanno raggiunto l'endpoint primario ( assenza di significatività statistica tra i gruppi ).
E’ stato, tuttavia, riscontrato, un esito combinato di morte cardiovascolare, infarto miocardico, e ictus più basso nel gruppo Voraxapar rispetto al gruppo placebo ( 14.7% e 16.4 %, rispettivamente ).
I tassi di sanguinamento sono risultati significativamente più alti nel gruppo Voraxapar rispetto al gruppo placebo, ( 7.2% vs 5.2% ) con un aumento del 35% del rischio di sanguinamento nel gruppo Voraxapar.
In particolare, i tassi di emorragia intracranica sono stati, rispettivamente, pari a 1.1% e 0.2%; una differenza significativa tra i gruppi.
Gli eventi avversi non-emorragici sono risultati simili nei due gruppi.
La minore incidenza di morte cardiovascolare, infarto miocardico o ictus con Vorapaxar, seppur non-significativa, è promettente e dovrà essere confermata dai risultati dello studio TRA 2P TIMI 50. ( Xagena2011 )
Fonte: American Heart Association ( AHA ) Scientific Sessions, 2011
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